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giovedì 21 maggio 2015

BARLETTA : Calcioscommesse, dalle intercettazioni, emerge che volevano uccidere l'allenatore per una combine saltata

L'esito negativo della combine Aversa Normanna-Barletta del 12 aprile rischiava di mettere in pericolo la vita dell'allenatore della squadra pugliese, Ninni Corda, in stato di fermo da questa mattina insieme con altre 49 persone nell'ambito dell'indagine della Dda di Catanzaro sul calcioscommesse. 

I due investitori maltesi - Dalle intercettazioni telefoniche emerge, infatti, che due investitori maltesi ed un cinese (non identificato) avrebbero perso 52mila euro perché non si sarebbe verificato il risultato alterato che era stato concordato. "Se non lo paghiamo domani, io vengo lì per quello allenatore" avrebbe detto il maltese ad uno dei dirigenti della Vigor Lamezia, Felice Bellini, riferendosi proprio a Corda, ritenuto il responsabile della combine saltata. Per recuperare il denaro i due interlocutori si sarebbero quindi accordati per truccare la partita successiva, Barletta-Vigor Lamezia del 19 aprile. Sarebbe dovuta finire in pareggio con goal.

Gli indagati a piede libero - Terminò, infatti, con il risultato di 3-3. Per questa vicenda sono indagati a piede libero anche tre dirigenti del Barletta Calcio, il presidente Perpignano, il direttore sportivo Condò e il consulente tecnico Casapulla. Nella settimana prima della partita i finanziatori maltesi avrebbero quindi minacciato indirettamente Corda tramite Bellini, il quale "continuando a fare da mediatore, - hanno ricostruito gli inquirenti di Catanzaro - cercava di tranquillizzare il suo interlocutore confidandogli di essere già in contatto con le persone di entrambe le società interessate alla combine", precisando di aver ottenuto il consenso da quelli più vicini a lui (società calabrese), mentre, avrebbe incontrato gli altri (Barletta) l'indomani, affermando con certezza che "questa volta non avrebbero sbagliato".
Le minacce a Ninni Corda - Il maltese "con tono decisamente agguerrito - scrivono gli inquirenti - minacciava di recarsi in Italia con l'intento di uccidere coloro i quali avessero messo in pericolo, con il loro comportamento, la vita di un suo fratello. Le sue minacce in realtà - spiega la procura - erano indirizzate nei confronti dell'allenatore Corda dal quale il maltese pretendeva, senza mezzi termini, la restituzione dei soldi".
Foto a scopo intimidatorio - Due giorni prima della partita da Malta sarebbe arrivata persino una foto di mister Corda, secondo gli investigatori "sicuramente a scopo intimidatorio". Agli atti ci sono anche sms in cui le minacce risultano evidenti: "non gli conviene più scherzare, qua stiamo tutti incazzati" scrivevano riferendosi all'allenatore del Barletta. "E' un errore che ci è costato questo? - dice Bellini in una intercettazione - E la prossima settimana recuperiamo i nostri, poi dalla prossima vediamo se riusciamo a guadagnare".
Le frodi sportive - Uno dei vertici dell'associazione per delinquere dedita alle frodi sportive e alle truffe scoperta dalla magistratura di Catanzaro, Antonio Ciccarone, punta - infatti - anche sulla vittoria del Brindisi in casa contro il San Severo, gara che effettivamente il 30 novembre del 2014 finisce 2 a 1 per il Brindisi. E' quanto emerge da una intercettazione telefonica riportato nel provvedimento di fermo della Dda di Catanzaro eseguita nei confronti di 50 persone in tutta Italia. "L'Andria c'è?" chiede Ciccarone a un responsabile di un centro scommesse. E sempre Ciccarone dice: "Si over 3,5", questa la puntata. Poi ancora chiede: "L'hai messo? Poi giochi Brindisi 1". E si parla appunto di Brindisi-San Severo.
Le responsabilità del portiere del San Severo - Nelle intercettazioni precedenti a questa sono documentati contatti tra Ciccarone e il portiere del San Severo, William Carotenuto, che è indagato a piede libero: i due decidono di incontrarsi di persona, secondo l'accusa, per combinare la partita. Il giocatore, in una intercettazione, chiede che intenzioni hanno i brindisini: "Ma di là che testa ha più o meno?", dice. Il tutto in vista di un incontro con Savino Daleno, che all'epoca, nel 2014, rivestiva ruolo di consulente di mercato del Brindisi e che si era sentito telefonicamente con il presidente del Brindisi Antonio Flora. Stando all'impostazione della Dda di Catanzaro vi sarebbe stata "palese responsabilità" sportiva del portiere Carotenuto "sia sul primo sia sul secondo gol dei padroni di casa".
L’associazione a delinquere - "Si sono mangiati due gol a porta vuota". Lo dice, in una intercettazione telefonica, uno degli indagati, il calciatore della Puteolana Emanuele Marzocchi, che aggiorna in tempo reale Antonio Ciccarone, uno dei presunti vertici dell’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi sportive che gli inquirenti hanno sgominato con l’esecuzione di 50 provvedimenti di fermo della Dda di Catanzaro.
Il caso Pomigliano - Brindisi - La partita in questione è Pomigliano - Brindisi del 14 dicembre del 2014, oggetto di combine e finita 0-4. A quanto rilevato, Ciccarone si trovava presso lo stadio in cui giocava il Neapolis, il secondo a Pomigliano: "Si sono mangiati due gol a porta vuota, ha scartato il portiere e tirato fuori". Una volta assicuratisi il risultato, così come prestabilito, Ciccarone commentava: "Io e te abbiamo fatto il capolavoro". Per la gara il presidente del Brindisi, Antonio Flora, avrebbe versato - secondo quanto emergerge dalle indagini -15mila euro.
Aquila-Savona favorita da genovese - Nelle 1.330 pagine del decreto di fermo della Dda di Catanzaro compare anche il nome di Massimiliano Solidoro, 42 anni, ex calciatore dilettantistico e ex collaboratore tecnico dell'ex allenatore del Savona Di Napoli. Tra le tante intercettazioni registrate dalla polizia c'è un dialogo in cui Di Nicola contatta Solidoro per conoscere la sua posizione e si informa "se fosse attrezzato". L'ex attaccante dilettantistico genovese replica dicendo "Io no, il mio amico si". Secondo quanto appreso, Solidoro sarebbe anche coinvolto nella mancata combine sempre tra l'Aquila e il Tuttocuoio. La combine però non riesce e c'è il rischio di uno scontro tra l'albanese e il direttore sportivo dell'Aquila: "Perché - spiega Solidoro a Di Nicola - come si muove lui dietro ha degli... dei colossi, dei colossi ma tu non puoi neanche immaginare e di conseguenza per quello non... basta una cosa fatta bene e noi stiamo tutti benissimo e soprattutto possiamo programmare un lavoro comune senza problemi senza... perché se c'è da far qualcosa si fa se non c'è da fare non si fa, semplice, semplicissimo senza nessuno tipo di problema".
"Ogni settimana in B ne fanno una" - E' la frase intercettata in cui, Ernesto Di Nicola, direttore sportivo de L'Aquila e indicato come uno dei personaggi di spicco dell'organizzazione dedita al calcioscommesse sgominata oggi dalla polizia, parla con un investitore albanese. Frase che fa ritenere agli investigatori che anche la serie B non sia stata immune da combine, anche se al riguardo non esistono prove certe dal momento che non è stato dimostrato se l'accordo vi sia stato e chi, eventualmente, abbia ricevuto il denaro per alterare il risultato delle gare.
Due le partite incriminate - Livorno-Brescia e Crotone-Catania. Nell'ottica di espansione degli interessi illeciti dell'organizzazione, Di Nicola avrebbe offerto a Edmond Nerjaku - che è tra i fermati - il finanziamento della scommessa sulla gara Livorno-Brescia del 24 gennaio scorso proponendogli di concorrere per 70 mila euro. Nerjaku avrebbe tratto profitto scommettendo sul risultato della partita alterata, puntando sulla vittoria del Livorno e su un numero di goal segnati non inferiore a 3. La gara, evidenzia il pm nel decreto di fermo, terminava con la vittoria del Livorno per 4 a 2 "come combinato dagli indagati".
 
Fonte Tiscali

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