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mercoledì 7 marzo 2012

CANOSA DI PUGLIA : Inchiesta caro estinto, nove arresti in Puglia

Un'impresa funebre di Canosa di Puglia sfruttava le informazioni per accaparrarsi i servizi, approfittando della precaria situazione psicologica dei familiari delle persone decedute. In manette cinque appartenenti all'organizzazione funeraria, due operatori socio sanitari e due operatori del servizio di telesoccorso convenzionato con la Asl Bat

 

In cambio di denaro, tra i 10 e i 100 euro per ogni volta, una ditta di pompe funebri di Canosa di Puglia otteneva, in modo permanente ed esclusivo, informazioni segrete e comunque riservate da alcuni operatori socio-sanitari (in servizio al Pronto Soccorso e al Reparto medicina) e dagli operatori del telesoccorso in merito a decessi gia' avvenuti o imminenti di pazienti ricoverati all'ospedale della cittadina pugliese o in fin di vita nelle loro abitazioni. E' quanto hanno accertato gli investigatori della Procura della Repubblica di Trani e del Commissariato di Polizia che stamane hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal gip Rossella Volpe su richiesta del pm Giuseppe Maralfa.

Le indagini hanno consentito di accertare che gli arrestati, attraverso una fitta rete di collegamenti, consentivano all'impresa funebre di accaparrarsi i servizi, approfittando della precaria situazione psicologica dei familiari delle persone decedute, determinando una situazione di concorrenza sleale rispetto alle ditte del settore


I provvedimenti hanno riguardato V.B., 56 anni, D.C., 44, N.T., 40, S.N., 37, F.C., 64, S.C., 46, M.D., 44, A.L., 34, e E.S., 55, tutti di Canosa. I primi tre sono rappresentanti e soci amministratori di un'organizzazione funeraria. Altri due sono soci della stessa azienda e altri due sono operatori socio sanitari. Gli ultimi due sono operatori del servizio di telesoccorso convenzionato con la Asl Bat, del quale sono rispettivamente amministratore unico e presidente. Si tratta del servizio di trasporto dei malati con l'ambulanza.


Le indagini hanno avuto inizio nell'aprile 2010 e, attraverso testimonianze, appostamenti, l'acquisizione di atti pubblici, intercettazioni telefoniche e ambientali sono riuscite ad accertare che gli arrestati avrebbero preso parte a un'associazione a delinquere promossa e organizzata, secondo la Procura, da cinque di loro. Le dazioni di denaro venivano cripticamente indicate con i termini e le frasi ''caffe'', ''blocchetto'', ''non il panettone ma qualche altra cosa''.
A passare i dati sensibili sarebbero stati gli operatori socio-sanitari in servizio al Pronto Soccorso e al reparto Medicina e gli operatori del telesoccorso che rispondono tutti in concorso con i soci dell'agenzia di pompe funebri di corruzione di incaricato di pubblico servizio e rivelazione di segreti d'ufficio.


In questo modo i soci dell'agenzia avvertiti telefonicamente in anticipo dai loro referenti, riuscivano a giungere presso l'obitorio in anticipo e in situazione di concorrenza sleale rispetto alle ditte concorrenti (e spesso anche rispetto ai congiunti) si accaparravano i servizi di onoranze funebri approfittando anche della precaria situazione psicologica dei congiunti nei momenti immediatamente successivi al decesso. Sono stati accertati almeno 13 episodi andati 'a buon fine' ma la ditta e si suoi soci si 'mobilitavano per ogni decesso al fine di giungere per primi sul posto.

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